Google penalizza l’AI e chi scrive con ChatGPT?

Data: 1 Giugno 2024 Tempo di lettura: 10 minuti
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Google non penalizza la SEO dei siti con testi scritti da intelligenza artificiale. Non c’è modo di distinguere se un articolo sia stato scritto da un blogger o un copywirter piuttosto che ChatGPT et similia. Il punto è che a Google non interessa chi scrive i testi quanto invece la qualità dei contenuti e la pertinenza che questi hanno.

Se vengono scritti per gli utenti e quindi rispondono con qualità e bontà di informazioni alle loro richieste, non hai alcun motivo di temere penalizzazioni SEO anche se li scrivi con ChatGPT. E qui scatta l’approfondimento.

Con l’avvento della così detta intelligenza artificiale generativa (GenAI), ChatGPT uber alles, assistiamo ad un crescente utilizzo di tutti questi strumenti per scrivere testi SEO mentre blogger, copywriter, UX writer e chiunque altro lavori con la scrittura online incassa un pensionamento anticipato. In realtà la presenza dell’uomo è ancora importante e stiamo imparando che non si tratta di sostituirci quanto piuttosto affiancarci nelle normali attività che ci coinvolgono.

Ma quindi: Google penalizza i testi scritti da intelligenza artificiale? La risposta è già in apertura di articolo ma è bene andare ad approfondire alcuni aspetti. Iniziamo a capire se davvero Google riconosce che un testo è stato scritto da ChatGPT oppure no.

Come Google valuta i contenuti

Google utilizza algoritmi sofisticati e complessi per valutare la qualità dei testi SEO. Questi algoritmi prendono in considerazione vari fattori:

  • pertinenza del contenuto
  • chiarezza
  • originalità
  • parole chiave rilevanti

Tuttavia, la valutazione di Google differisce notevolmente da come noi, in quanto esseri umani, percepiamo la qualità. Google, ad esempio, attribuisce grande importanza all’esperienza, all’autorevolezza e all’affidabilità del contenuto, spingendo su quello che è chiamato E-A-T (Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness).

Come capire se un testo è stato scritto da AI

Ci sono strumenti e metodi che possono aiutare a riconoscere i testi generati da AI, quantomeno sulla carta. Non è semplice comprendere se un testo è stato generato da un’intelligenza artificiale, in particolar modo se quest’ultima è avanzata e ben istruita.

Alcuni segnali potrebbero includere la mancanza di emozioni e intuizioni umane, l’uso di un linguaggio molto formale e preciso, o l’assenza di errori e imprecisioni che sono comuni nella scrittura umana. Anche un uso frequente di termini come infatti, tuttavia, inoltre e tante altre strutture di frasi a macchinetta (così come uso insolito del maiuscoletto) fanno sì che vi sia poca bontà nella scrittura e si sgami subito se il testo è stato scritto da AI o meno.

AI detector (che non funzionano)

Uno degli strumenti più conosciuti per capire se un testo è stato scritto da ChatGPT o simili è ZeroGPT. Ho utilizzato questo sito diverse volte per fare delle verifiche ma la pratica è ancora molto lontana dalla teoria: testi scritti da AI sono stati approvati come miei originali e, viceversa, alcuni articoli scritti interamente di mio pugno sono stati etichettati come falsi. Insomma, come soleva dire la mia professoressa di storia e filosofia di 5a liceo: qui abbiamo le idee oscure e confuse.

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Scrivere per Google è scrivere per gli utenti

Per ottenere un buon posizionamento SEO, è fondamentale scrivere contenuti che soddisfano sia Google sia gli utenti. Google punta ad offrire la miglior esperienza possibile agli utenti, presentando contenuti utili, rilevanti e di qualità. Quindi, scrivere per Google significa anche scrivere per le persone, focalizzandosi sulla creazione di contenuti che soddisfano le loro esigenze, risolvono i loro problemi e rispondono alle loro domande. Non è scritto da nessuna parte che debba essere un umano a scrivere il testo ma il testo deve essere… umano.

Google penalizza l’AI se usata in questo modo 👇🏻

Non è vero che Google penalizza gli articoli scritti da ChatGPT e compagnia bella però anche sì, se usi ChatGPT come una fonte da cui fare copia e incolla senza metterci del tuo: senza editing, senza revisione, senza riscrittura, senza correzioni, senza nulla.

Immagine se tutti, come te, seguissero questo approccio alla creazione di contenuti con intelligenza artificiale. Cosa porterebbe? Già adesso i contenuti online si assomigliano un po’ tutti, siano essi articoli di blog, post sui social o declinazioni varie ed eventuali. Prendi un po’ di qua, un po’ di la e metti insieme i cocci con un effort di cura e riscrittura al minimo sindacale.

A quel punto vai a mettere online contenuti che sono pezzi di altri contenuti presi online e su cui l’AI di turno (ChatGPT, Writesonic o chi per essa) si è allenata per scrivere quel contenuto e avanti così enne mila volte finché – in prospettiva – il web finisce per collassare su sé stesso.

Con tutto il rispetto, te lo dico: grazie al cazzo che Google ti penalizza. Non si tratte nemmeno di penalizzare te quanto piuttosto di premiare gli altri. I tuoi contenuti finiranno per fare sempre più schifo ed essere sempre più inutili, anche con i migliori prompt per creare articoli o quello che ti pare a te.

In mezzo al nulla cosmico è normale che venga premiato chi ci mette un minimo di suo. Senza nemmeno impegnarsi troppo, probabilmente. Ne convieni?

Conclusioni

Ricapitolando: puoi usare ChatGPT per scrivere i tuoi articoli, non c’è nessun veto. Google non penalizza la SEO dei siti con testi scritti da intelligenza artificiale perché non ha modo né interesse di discernere contenuti scritti da un copywriter in carne e ossa o un AI.

Quello che conta è il risultato finale.

Se ti affidi a ChatGPT così alla cieca e gli fai scrivere i contenuti al posto tuo, senza alcuna verifica del contenuto stesso e della sua forma, perpetrando un circolo vizioso di copia e incolla tale per cui l’internet finirà per cannibalizzare se stesso, è chiaro che avremo contenuti di qualità sempre più scadente, scopiazzati da contenuti di qualità sempre più scadente e così via.

In quel caso c’è poco da piangere se il sito non cresce e non si posiziona. Sei solo uno tra tanti. Inizia a metterci del tuo usando la tua di intelligenza, prima di quella artificiale.